Oltre il cielo dei giusti

Un’immagine prende corpo nella mente….un gruppetto di persone che camminano, silenziosamente, sullo sfondo di una foresta di alberi secolari.

Che devo dire? Da questa immagine proiettata chissà da dove sulla mia mente è nato tutto un libro. Non ci sono spiegazioni più razionali di così (e d’altronde chi mi conosce bene sa che la razionalità è una qualità poco presente nella configurazione della mia personalità) se non che da qualche tempo c’era come un richiamo in me, una fascinazione per la figura immensa di Pitagora. Lo sentivo a me vicino, quasi come se lo conoscessi di persona. Il suo mistero era il mio, la sua aspirazione ad una coerenza cosmica la mia, l’impulso alla trasformazione interiore la stessa che animava me.

Può essere che la voce di epoche lontane risuoni in noi, come se vi avessimo partecipato personalmente: ed ecco che mi immedesimavo in uno dei suoi discepoli. Fantasia o realtà? Questo non so dirlo, so solo che mi sentivo là, in quel gruppetto che affolla il primo capitolo del libro: e da lì, è stata la narrazione stessa a prendermi la mano, a disegnare complesse volute di pensiero sulla carta, come se fosse stato quel giovane pitagorico, Clito, a parlare.

Si dice spesso che la fantasia supera la realtà. Andando oltre il cliché un po’ trito che imprigiona il senso profondo di questa affermazione, credo davvero di aver dialogato a tu per tu con quell’epoca lontana, con quei personaggi, con Clito in particolare. Era lui che parlava in me? O ero io che rivivevo un’altra mia esistenza? Non lo so e non importa poi tanto, fatto sta che scrivere questo libro, lo dico spesso, è stato come portare a passeggio un grosso cane, tipo Alano o S. Bernardo. Chi ha fatto questa esperienza sa che non è lui a portare il cane: è il cane che porta lui dove vuole.

Questa è la genesi di “Oltre il cielo dei giusti”, un racconto che affronta il lato esoterico, profondo, degli insegnamenti pitagorici, le sue smisurate intuizioni sul funzionamento delle cose dietro il paravento della realtà visibile, che è solo la punta dell’iceberg: nel contesto di quest’ ottica pitagorica la matematica (materia di cui peraltro io personalmente capisco quasi nulla e che detesto cordialmente) era il passaggio verso il riconoscimento di un ordine essenziale che si manifesta nella perfezione dell’archetipo numerico, cioè una vera e propria entità vivente, sottoposta al dominio di pensiero dell’uomo fino a un certo punto, poiché in quanto assoluto vive di vita propria.

Esplorare le dimensioni di pensiero che per lo più sfuggono alla mente ma in realtà sottendono il senso più vero dell’esistenza è stato divertente, intrigante, educativo ed altamente ispirante, se mi è concesso questo termine dalle connotazioni piuttosto sfumate; e posso dire di essere cresciuto un po’ scrivendo questo libro che si è scritto da solo o forse semplicemente mi è “stato scritto”.

Simone Sutra

Oltre il cieleo dei giusti è contenuto insieme a "La diagonale di Pitagora " nel libro:

I Segreti di Pitagora

La Lepre Edizioni

ISBN: 978-88-96052-35-8

Pagine: 410

I Edizione: maggio 2011

Collana: Visioni

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Due suoi racconti:

Notte d'amore e Veronica